L’area in cui dovrebbe sorgere la discarica è situata in loc. Monastero di Pievebovigliana, posta tra i casali di proprietà Liberti ed il fiume Chienti, nelle vicinanze della Chiesa di San Francesco.
Il sito individuato è compreso in un ambito molto delicato, caratterizzato da importanti emergenze storico-culturali, ambientali e paesaggistiche, quali il Castello di Beldiletto, la zona archeologica di Maddalena di Muccia, il complesso agricolo Ceccaroni, l’oasi naturalistica del lago di Polverina, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Ha una superficie di circa 4,7 Ha ed è destinato ad accogliere una quantità stimata di rifiuti speciali non pericolosi di circa 930.000 mc., da smaltire in otto anni. Si tratta di una discarica della tipologia “a fossa”, con fondo e pareti che verranno impermeabilizzate artificialmente.
L’obiettivo del progetto sarebbe quello di fornire un’adeguata risposta alle esigenze di smaltimento dei rifiuti provenienti prevalentemente dalle attività di lavorazione del comprensorio della Provincia di Macerata e, più in generale, del territorio marchigiano, con la possibilità di gestione dei materiali inerti derivanti dalle operazioni di scavo derivanti dagli interventi di realizzazione della superstrada in costruzione.
Nell’impianto saranno allocati rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera di cava, trattamento fisico o chimico di minerali; da agricoltura, orticoltura, acquicoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti; dalla lavorazione del legno e della produzione di pannelli, mobili, polpa, carta e cartone; lavorazione di pelli e pellicce e dell’industria tessile; della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone; dei processi chimici inorganici; dei processi chimici organici; della p.f.f.u di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa; da processi termici; dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di metalli ed altri materiali, idrometallurgia non ferrosa; dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica; di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi; dalle operazioni di costruzione e demolizione (compresi i terreni provenienti da siti contaminati); da impianti di trattamento dei rifiuti, di trattamento delle acque reflue fuori sito.
Il sito individuato è compreso in un ambito molto delicato, caratterizzato da importanti emergenze storico-culturali, ambientali e paesaggistiche, quali il Castello di Beldiletto, la zona archeologica di Maddalena di Muccia, il complesso agricolo Ceccaroni, l’oasi naturalistica del lago di Polverina, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Ha una superficie di circa 4,7 Ha ed è destinato ad accogliere una quantità stimata di rifiuti speciali non pericolosi di circa 930.000 mc., da smaltire in otto anni. Si tratta di una discarica della tipologia “a fossa”, con fondo e pareti che verranno impermeabilizzate artificialmente.
L’obiettivo del progetto sarebbe quello di fornire un’adeguata risposta alle esigenze di smaltimento dei rifiuti provenienti prevalentemente dalle attività di lavorazione del comprensorio della Provincia di Macerata e, più in generale, del territorio marchigiano, con la possibilità di gestione dei materiali inerti derivanti dalle operazioni di scavo derivanti dagli interventi di realizzazione della superstrada in costruzione.
Nell’impianto saranno allocati rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera di cava, trattamento fisico o chimico di minerali; da agricoltura, orticoltura, acquicoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti; dalla lavorazione del legno e della produzione di pannelli, mobili, polpa, carta e cartone; lavorazione di pelli e pellicce e dell’industria tessile; della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone; dei processi chimici inorganici; dei processi chimici organici; della p.f.f.u di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa; da processi termici; dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di metalli ed altri materiali, idrometallurgia non ferrosa; dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica; di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi; dalle operazioni di costruzione e demolizione (compresi i terreni provenienti da siti contaminati); da impianti di trattamento dei rifiuti, di trattamento delle acque reflue fuori sito.
Un affare stimato complessivamente intorno ai 180 milioni di euro.
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